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Poesia a Chiaromonte 2001
V Edizione

Ultimo aggiornamento: 30 Maggio 2001
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

Antologia – Per vedere l’antologia

Premiazione – Si è tenuta a Chiaromonte il 22 settembre alle ore 16 presso il Centro Visite Mons. A. Vozzi – Parco del Pollino. Per informazioni: Massimo Sassano 347/642244.
Tutti i partecipanti hanno ricevuto una copia della rivista Il Club degli autori con i risultati del concorso.

Risultati

Il 10 agosto 2001 la Giuria del Premio Poesia a Chiaromonte 2001, composta da Carlo Italo Calza (Presidente), Francesco Armenti, Maria Gresia, Giovanni Percoco e Massimo Sassano (organizzatore), si è riunita ed ha proclamato i vincitori della quinta edizione del premio.


Sezione Poesia in lingua italiana:


1° classificata Concetta Di Nardo di Modica (Ragusa) con l’opera Al Poeta (a Pier Paolo Pasolini).
2° classificata: Alessandra Crabbia Montebelluna (Treviso) con l’opera Chapas
3° classificata: Massimo Petruzziello di Roma con l’opera I ricordi
4° classificata: Dino Valentino Moro di Borgo Hermada (Latina) con l’opera Terra
5° classificata: Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò di Kuhbach (D), con l’opera Ostinata primavera


Sezione Poesia inedita in lingua dedicata alla Basilicata o in dialetto di una delle parlate lucane


1° classificata: Francesco Arleo di San Chirico Raparo (Potenza) con l’opera Cristë add’arrëvétë


2° classificata: Francesca Ulisse Latina (Roma) con l’opera Terra di magia.
3° classificata: Pasqualino Cutolo di Trieste. Lu Sanapurciedd’
4° classificata: Filippo Secondo Zito di Agira (En) con l’opera Resti un’egloga
5° classificata: Donato Cerullo di Malnate (Va) con l’opera Lucania
6° classificata: Engel Von Eiche di Ruvo del Monte (Pz) con l’opera Paese natio
7° classificata: Concetta Di Nardo di Modica (Rg) con l’opera Monticchio
8° classificato: Bruna Luciani di Pavia con l’opera Montemurro


Dal 2° all’8° classificato vincono attestato di merito – 50 copie gratuite in caso di pubblicazione in volume con l’editrice Montedit – Pubblicazione dell’opera sulla rivista Il Club degli autori e sul sito Internet Club.it


Sezione C – Poesia inedita Giovani


1° classificata: Vittoria Aceto di Brecciarola (Chieti) con l’opera Tramonto
2° classificata: Vasco Brondi di Ferrara con l’opera Una canzone per quando…
3° classificata: Erico Cristaldi di San Severino Lucano (Potenza) con l’opera Vivere un sogno
4° classificata: Simone Fagioli di Spoleto (Pg) con l’opera Non ho parole
5° classificata: Serena Caciolli di Roma con l’opera Spumeggia il mare
6° classificata: Chiara Castellani di Massa Carrara con l’opera Nonna
7° classificata: Gianpietro Ghislandi di Bolgare (Bg) con l’opera A.L. e Dormivamo
8° classificata: Caterina Oddenino di Torino con l’opera In mezzo
9° classificata: Simona Lambertini di Senago (Mi) con l’opera Inerte


Dal 2° al 9° classificato vincono attestato di merito – 50 copie gratuite in caso di pubblicazione in volume con l’editrice Montedit – Pubblicazione dell’opera sulla rivista Il Club degli autori e sul sito Internet Club.it


La cerimonia di premiazione si è tenuta a Chiaromonte il 22 settembre alle ore 16 presso il Centro Visite Mons. A. Vozzi – Parco del Pollino. Per informazioni: Massimo Sassano 347/642244.


Opere vincitrici

Sezione Poesia in lingua italiana:


1° classificata
Concetta Di Nardo
Al Poeta
(Dedicata a Pier Paolo Pasolini)


Dicono che la sordida morte lo colse
perché fiore devastato dal morbo,
ma so che fu donna pietosa a chinarsi
per comporre il cuore in frantumi
e far del gemito canto prezioso.

Tornò dall’infanzia sepolta il pudore
e al buio il Ribelle sorrise quasi fosse in amore:
si seppe così che mai uomo più solo,
reciso e disperso nel vento,
abbia chiesto alla Luce di essere redento.


2° classificato
Alessandra Crabbia
Chapas


Ascolta figlio,
ascolta prima che il firmamento accolga il mio ritorno
alle origini celesti della mia anima stanca.
ricorda che ho visto nomadi benedire la luna
saltando impavidi attraverso i fuochi nella notte,
e baciare il pane prima di mangiarne.
Era il mio paese la terra dei pigri palmeti e di vecchie donne arcane con ombrelli da sole
che dicevano la buona ventura agli amanti di passaggio.
Era il mio paese una distesa di candide case a cupola con fulgido frumento steso ad essiccare,
e cani allungati sulle soglie calde di sole, che alzavano il muso soltanto al passaggio dei carri.
Questo fu il mondo che io vidi, questo fu il mondo ch’io persi.
Ascolta, figlio, nessun Zapata vinse la sua battaglia
contro i signori della guerra, quelli dei grandi palazzi armati contro la vita.
Prepara il tuo corpo alla sconfitta, prepara la tua anima all’immortale volo dell’idea,
prepara il tuo cuore al male, oscuro retaggio dell’uomo.
Io,
nulla ho da lasciarti, figlio,
se non la memoria del mio mondo scomparso
e il miracolo vermiglio del tuo coraggio,
che dalle mie vecchie vene si espande nelle tue, e ti dice, figlio,
di saltare impavido attraverso il fuoco della vita
e di baciare il pane prima di mangiarne.
E se la folla spaurita ti chiamerà comandante,
ricordati che ogni uomo è libero, figlio,
e solo la terra madre è sovrana, quaggiù.
e ora vai, Marcos,
non chiederò a Dio il regalo del tuo ritorno:
quando vedrò io papaveri fiorire ai confini della notte
saprò che da qualche parte ti mi ami ancora
e che avrai saltato i fuochi e baciato il pane,
saprò che sarai come un’onda brillante e ardita
che s‘è levata alta anche per un solo attimo,
per poi tornare nelle profondità misteriose benedette
del lacero dio
di noi campesinos.


3° classificato
Massimo Petruzziello
Vita e morte (01/03/95)


Compagno Dio,
dimmi cosa ne sarà
di questo mondo
schifosamente,
violentemente,
rabbiosamente
ipocrita e vuoto.

Compagno Dio,
ti dico che il mondo
continuando così,
con questo ritmo,
va verso la sua morte,
va verso la sua fine,
va verso la sua estinzione.

Compagno Dio,
vorrei dire al mondo,
vorrei gridare al mondo,
di vivere come sa,
coscientemente incoscientemente:
ma il mio è un grido al vento.

Compagno Dio,
la vera libertà
è poter vivere ed agire
secondo la propria coscienza.
Il mondo va male,
è uno schifo,
è una vergogna,
ma nessuno pensa.

Nessuno si ferma,
nessuno riflette più:
questa è la rovina del mondo,
questa è l’estinzione del mondo,
questa è la morte del mondo,
questa è la non vita del mondo,
questa è la morte dei sentimenti.

Compagno Dio,
regola il mondo come sai:
il mio è un grido al vento.


4° classificato
Dino Valentino Moro
(Terra)

La mia terra ha calanchi stretti
orlati da viti nodose e forti
dalle radici che serrare paiono
l’argilla ché non se ne scenda più.
Vennero navi fenice e di Grecia,
ripartirono cariche di messi
e otri ricolmi di succo divino.
Inopia mai conobbero i suoli,
li arse il sole e ne indorò i frutti.
Se c’era una verità le gocce
cristalline e buie la svelarono
ed amarono gli uomini il canto
che d’allegrezza scaturì sincero.
Tutto, adesso, torna alla memoria
e a sorreggermi è l’ulivo antico
che vide i miei passi e nascose
materno in ventre le mie fughe.
Ripassa il giorno le corse, il pianto
ed ora ch’ogni tramonto s’assiepa
dolce mi è scorgere il muso amico
del bue a trainar il biroccio d’uve
conferma al seguitar dei tempi.


5° classificata
Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
Ostinata primavera


Sotto l’ombrello nero
la tua faccia chiara
di ragazzo – una faccia da figlio – ha incrociato
il mio sorriso
spavaldo, allegro,
incredulo, per nulla materno
sotto il mio ombrello
denso
di grandine gelida di primavera.
Il mio sfrontato sorriso
privato
ha contagiato
i tuoi denti giovani
la tua bocca fresca
i tuoi occhi
malandrini.
Ed io, fradicia di gratitudine
ho continuato
ad attingere
alla tua fonte mattutina
dandoti solo, in cambio,
questa mia tarda,
ostinata primavera.


Sezione Poesia inedita in lingua dedicata alla Basilicata o in dialetto di una delle parlate lucane


1° classificato
Francesco Antonio Arleo
Cristë add’arrëvètë


Addërètë Carlù
Ièrë scùrë ù mùnnë ch‘éië dìttë

brëgàntë stàviénë n’dà crétë
munacicchië chìangìénë pë cappìéllë
ùagnùnë cùrriénë scaùzë.

Mò, Crìstë add’arrëvétë a n’drasàttë
E pë purté ù benë ca scrëvìésë
Në d‘ètë scarpë e cammìsë
Nà l’uétë chìantë e risë.


Cristo è arrivato


Dietro te Carlo
Era buio il mondo conosciuto

briganti stavano nell’argilla
monacicchi piangevano per cappelli
fanciulli correvano scalzi.

Ecco, Cristo è arrivato all’improvviso
E per portare il bene che scrivevi
Ci ha dato scarpe e camice
Ci ha tolto pianto e sorriso.


2° classificato
Francesca Ulisse
Terra di magia


volli venir da te terra lucana
«toccare» io volli la tua antica storia
partii… in un giorno di ombra e luce
... e fu sogno… e fu magia

con forza quel dì le nuvole chiudevan fuori il sole
ma poi… raggi gioiosi si aprirono la via
penetrarono l’aria e caddero sui prati… sulle case
e rossi papaveri accesero e gialle margherite
mentre… infiniti verdi ulivi braccia nodose aprivano
...a prometter pace… ad abbracciar la luce…
e me… che stupita guardavo a me di fronte
costoni del color di perla… sassi… case
e lassù in alto… torri merlate a ricamare il cielo
a richiamar lo sguardo e ricordar la storia
storia di allora… di sempre… storia viva ancora

ed ora nuota nell’aria lo sguardo… nel tempo la mente
e il passato io confondo col presente
ed è... guerra e amicizia tra le genti
ed è lavoro e riposar di membra stanche
è vagir di bimbi e coccolar di madri… ninne nanne
è arte cultura… preghiera
ed io… sono guerriero e castellano… pastore e contadino
e sono sposa e madre… e sogno
e voci… passi… sussurrar di vita ascolto

...di quel tempo… di questo tempo…
ma… in quale tempo io vivo?


3° classificato
Pasqualino Cutolo
Lu Sanapurciedd


Ra piccinin’ mnia’ lu sanapurciedd’
quann’ era lu Natal’
ri purvëdd’,
e s’accirìa lu maial’
ca ‘nda lu casiedd’
se murscinava ‘nda la terra ‘r zi nicol’.

Mnia ra Sant’Fele cu gli fierr’
‘p lua l’appennicit’
‘ndo eran ‘r tierr’
r’ ‘lu ‘strpit
e se vevia lu mier’
bbuon’
a se scia’ a la pier’
a Turcicon’.

Lu porc’ vucchiaia,
pover criaturedd’
e ‘i la cor’ mantnia’,
‘p aiutà lu Sanapurciedd’
a luà sta malatia.

Lu puorc puvriedd’
finalment’ bbon staccia,
e cum a ‘nu uagliuncedd’,
l’iera turnat’ l’allegria.

Lu Sanapurciedd,
mierc’ ‘cu la muricina.
Bbona ‘p i purciedd,
roopp mnia nda la cucina
‘p ‘sa magnà ‘nu canzunciedd’
ca avià fat’ ma cunzprina
‘p li zit’ giuvniedd’
ca mnia
ra Lauria.


4° classificato
Filippo Secondo Zito
Resti un’egloga


L’oggi cade: meteora di vita. Brilla.
Alla mente un riverbero, mentre
un’aura, tumiltando, sul volto indugia
e l’infolta il mio strano sorriso in
un’eco stravolta.


5° classificato
Donato Cerullo
Lucania


Non la notorietà
ma il fiato d’un vento mai a riposo,
che spira fra i tuoi capelli d’ulivo
sussurrando un linguaggio antico.

Tra le tue braccia scavate di terra secca
sono cresciuto,
dal tuo grembo folto di verdi colline
sono sbocciato,
gli occhi intensi di grano prima di lasciarti
ho baciato.

Madre, splendore di umile cose,
maestra di semplicità e riserbo;
non ci hai dato sontuosi balocchi,
ma la tua bocca che si priva
del sol boccone se qualcuno glielo implora.
Non le lusinghe ai figli che migrano lontano,
ma la materna attesa con il sorriso bonario,
sono parti del tuo spirito che si riuniranno.

Ti odo nel silenzio delle vie dimenticate
governate dai cani randagi;
animi suoni e odori per regalarmi la tua voce,
rinvengo l’unico luogo al mondo
dove non so esser solo.


6° classificato
Engel Von Eiche
Paese natio


Piccolo è il paese mio
e a molti esso è sconosciuto.

Pochi sono coloro
che ne han sentito parlare,
da qualche libro di storie di «briganti»,
e per il santo venerato:
«San Donato Martire»,
suo protettore, ovvero,
per gli illustri personaggi
dei tempi passati.

Non è grande il paese mio
e le opere che fanno bella mostra sono:
la torre del «Maschio Angioino»
col castello adiacente;
la «Chiesa Madre»,
consacrata alla «Madonna dell’Assunta»;
la «Chiesa dell’Incoronata»
e il convento di «Sant’Antonio»,
già sede dei Cappuccini.

Mentre, le case dalle mura scavate,
una adagiata all’altra,
si mantengon incatenate.

Esse han sfidato il tempo e gli eventi
drammatici che si sono succeduti,
aspettando impazienti i propri figli
andati al fronte o emigrati.

Sì! Piccolo è il paese mio
e tanti sono gli inconvenienti.

Strette son le vie che lo percorrono,
ma grande è il cuore dei suoi abitanti
e orgoglioso può ritenersi
ognuno in loco nato,
potendo ad alta voce,
esclamare e dire chi gli sta di fronte:
«sono nato a Ruvo del Monte!».


7° classificata
Concetta Di Nardo
Monticchio


Sulle sponde del lago d’autunno
ove il bosco assopito si specchia,
io passeggio soventenei miei brevi ritorni.
Che sia sera o mattina,
qui la mia terra si ammanta di quiete beata,
di ombre rappese che paiono eterne
e oscuri sentieri;

acre è l’odore del fiore selvatico,
che si mesce a nebbie come in sogno sospese
e l’antica radice intreccia radici;
qui le piogge lucenti
abbeverano fronde e pendici,
le dolci colline,
la zolla vulcanica che oggi riposa
e mi pare ogni cosa vicina al torpore
dell’anima affranta.

Io respiro, cammino,
nulla più chiedo
perché qui la mia terra è sorella e
in eguale misura
serbiamo il tormento, la foga di vita
e ad una ad una
le croci.


8° classificata
Bruna Luciani
Montemurro


Dolce terra amata, quante volte
a te il pensiero corre!
Quante volte esso serpeggia
tra i viottoli antichi,
tra le chiese e Dietro le Mura!
Terra di mia madre, in me
come seconda patria rimani.
Dall’infanzia ricordi salgono
alla mente – incredibilmente vividi! -,
seppur velati un po’
dalla malinconia di quei momenti.
Terre scoscese, profumate d’un amore
che in esso visse e che fiumi di parole
al mio cuore ispiravano di stendere,
ancor fanciulla a villeggiare…
Bosci incantati e ginestre qua e là...
Voci di bambini nella Valle
ancor riecheggiano nei miei pensieri,
dolce sovvenire di istanti
che non dimenticherò facilmente.
Contadini tra le campagne
e massaie cariche di cesti,
profumo di pane appena fatto
di quel tempo lontano ancora al cuore
tornano in strane emozioni!
Quante volte a novellar mi posi
al sovvenir soave d’esse!
Quante volte versi scrivevo
nel rimembrar l’eco d’una gioia nuova
tra le strette calli del paesello!
Montemurro fu allora come una canzone
di adolescenti giorni lontani,
musica dei grilli nella notte,
fruscii di fronde e terre incantate;
note così diverse da quelle di Leonardo
che di te altro diceva, pur se, forse,
in cuor suo t’amava molto.
Con occhi diversi ti vedevo allora
e così dormi nei ricordi miei
come un magico fior di giovinezza
anche se molto antica so che sei.


Sezione C – Poesia inedita Giovani


1° classificata
Vittoria Aceto
Tramonto


O, dolcissime,
meravigliose utopie
perdute…
che gioia
ritrovarvi, in quei teneri
raggi di sole
scarlatti

Un sogno
vola via dalle mie mani…
come una farfalla
dalle ali dorate,
e la speranza
non mi abbandona…
Resta nel cuore,
casta, pura, inviolata

Ti vedo sbocciare,
o rosa…
I tuoi petali candidi
mi accarezzano
e quale magica ebbrezza
donano
alle mie guance…

Voglio rivedervi,
o visioni eteree
del tramonto
domani, forse,
o stanotte?
Soltanto se è possibile…
Perché la notte
non giungerà mai…


3° classificato
Erico Cristaldi
Vivere in un sogno


Stella del mio cielo,
tante volte ho cercato di sfiorarti
senza riuscirci
ora che sei fra le mie dita
mi sembra di vivere in un sogno.
Sei come uno spiraglio di luce
ma una luce intensa che
illumina il mio cielo nuvoloso.
Sei come una rosa profumata
colma di passione che
inonda l’aria di un profumo immenso.
Sei come un raggio di sole che
asciuga le mie lacrime
riempiendomi il cuore di tanta felicità.
Mitica dolcezza,
quando le mie labbra baciano le tue
sento in ogni parte del corpo
una sensazione forte
e un sentimento profondo ordina al mio cuore:
Non dimenticare mai!


4° classificata
Vittoria Aceto
Non ho parole


Questi giorni passano
e non mi accorgo
del tempo che
scivola, ma penso a te.

Non ho parole,
no, non vedo il sole
ma le immagini delle parole
che sono buie, vuote e sole.

In questa sera d’inverno
mi sento
solo nel vento
sono, solo un momento,
tradito e perso
adesso nel vento.

Non ho parole,
niente voci ma pensieri
e immagini passate
ora visioni stonate.

In questa terra
vorrei volare
solo nel vento,
ancora, solo un momento
perché non sono contento.

Sono nel vento
ma di te
sono scontento
e più non ho
parole, parole,
parole, parole.


5° classificata
Serena Caciolli


Spumeggia il mare
e lambisce le coste
frastagliate e nere,
con fragore
l’onda tocca gli scogli,
con rabbia
le bagna d’azzurro increspato
è silenzio tutt’intorno
e deserto
ombre nere scivolano sulle rocce
solo il mare si sente,
geme
nella penombra del tramonto oscurato.


6° classificata
Chiara Castellani
Nonna


All’ombra di un cipresso
una foschia luminosa;
la notte piange
stelle fatate,
mentre un ruscello
singhiozza
ricordi svaniti:
sogni di bimba
cullati da parole dolci,
un cuore aperto
al sorriso,
magico di fiaba.
Ma un vortice di brezza
allontana
le emozioni passate.
Stormi di gabbiani
si alzano in volo:
trasportano una melodia
stanca,
affaticata,
lenta,
ma tenera
e soave.
E nell’oscurità argentata
il mio cuore
è accecato
da lacrime di luce.


7° classificato
Gianpietro Ghislandi
A.L.


Dove sono finite le cose belle?
Argento, oro,
le fate, i folletti, gl’angeli e
le bambole?

Custodite a ritroso in
conchiglie grigie
odoranti ancora di mare,
perdute in
cristalline emozioni visive…

Dormivamo

Sulle ali delle aquile
dormivamo beati;
incuranti,
morbide come foglie di seta.
Delicate
in una muta distesa d’erba.


8° classificata
Caterina Oddenino
In mezzo

Tra le dita
un niente
puntellato
di mistero.

A mezz’aria.


9° classificata
Simona Lambertini

Inerte
sulle colline delle tenebre
non scappare
non aver paura
ma vai avanti
addentrati nell’infinità oscurità
scopri i misteri dell’impossibile
vai
finché hai la forza di andare
le tue mani tremano
e le tue gambe faticano
a camminare
le ali della tua ingenuità
si sono spezzate
vai
non fermarti mai
il fato ti risparmierà
la paura incombe nella serenità
ti fermerai vicino a me
senza accorgertene
e poi te ne andrai
vai
continua a camminare
questa realtà
divorerà la tua anima
desolazione
paura
colpa
vai avanti
non fermarti
mai.


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